Libretto Postale: in pochi lo sanno e tutti sbagliano | Cosa devi dichiarare all’Agenzia delle entrate
Non farti più trovare impreparato dall’Agenzia delle Entrate: scopri subito come funziona davvero il Libretto Postale.
Finalmente tutta la verità sullo strumento di risparmio più antico d’Italia dopo il salvadanaio.
Prima di versare somme di denaro presso gli sportelli delle Poste Italiane dovresti chiamare il commercialista. Per fortuna però ora puoi già sapere tutte le informazioni di cui hai bisogno.
Se sbagli ci rimetti un sacco di soldi, devi dichiarare al Fisco queste voci.
Ecco che cosa devi inserire nella prossima dichiarazione dei redditi e che cosa no.
La dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate
Ogni anno quasi tutti i cittadini italiani sono tenuti a produrre un documento chiamato Modello 730. Sono esenti solo coloro che nel precedente anno fiscale hanno percepito meno di 3000 euro. In generale, i contribuenti che hanno solo redditi da immobili non locati, da lavoro dipendente e da pensione corrisposti da un unico sostituto d’imposta, redditi soggetti ad imposta sostituiva sono esentati.
Dunque buona parte di chi lavora come dipendente e tutti coloro che invece lavorano in proprio, sono tenuti produrre una dichiarazione dei redditi e a presentarla all’ente dello Stato che si occupa di tributi e tasse. Chiaramente si tratta dell’Agenzia delle Entrate, un’entità temutissima dagli imprenditori italiani. Per evitare errori occorre sapere bene quali voci vanno inserite e quali no. A proposito di uno dei più noti strumenti di risparmio c’è ancora un po’ di confusione, cerchiamo di fare chiarezza per evitare di versare più del necessario, per non fare un lavoro inutile e per non avere problemi con l’Agenzia delle Entrate.
Libretto Postale, lo strumento di risparmio che risale all’800
Il libretto Postale è uno dei più antichi strumenti di risparmio. Come si legge sul sito web ufficiale della Cassa depositi e prestiti infatti, è stata la legge del 27 maggio 1875, a creare per la prima volta una Cassa di risparmio postale centrale, garantita dello Stato e ricompresa nella Cassa depositi e prestiti. Il libretto Postale ancora oggi rappresenta uno strumento molto usato e tanti dei cittadini italiani si domandano se va inserito o meno nella dichiarazione dei redditi. Dunque è arrivato il momento di sapere la verità.
I titoli di Stato, i buoni fruttiferi postali e i libretti postali non vanno sempre inseriti nella dichiarazione dei redditi da presentare all’Agenzia delle Entrate. La Legge di Bilancio 2024, che chiaramente si applica alla dichiarazione presentate nel 2025 e relative all’anno precedente infatti, ha previsto l’esclusione dal calcolo dell’ISEE di questi strumenti finanziari fino a un valore massimo di 50.000 euro.