Il petrolio crolla, ma dal benzinaio paghi il doppio: i distributori usano le scorte vecchie per non abbassare il prezzo | Controlla questo dato

Fare rifornimento (Foto di Engin Akyurt da Pixabay) - bitontotv.it
Il prezzo del petrolio crolla ma gli automobilisti continuano a pagare la benzina al doppio. Cosa fanno i distributori.
Ogni giorno quando facciamo il pieno al nostro veicolo ci troviamo di fronte a un paradosso che ci lascia confusi: il prezzo della benzina continua a salire, nonostante quello del petrolio stia diventando più economico.
Tuti si chiedono quindi, se il petrolio scende, come mai il prezzo alla pompa non ne risente? In fondo, sembrerebbe ovvio che dovremmo pagare di meno, eppure non è così.
Una delle principali ragioni del prezzo alto del carburante risiede nel sistema delle accise, imposte che gravano sulla benzina e che nessun Governo ha mai avuto il coraggio di ridurre. Alcune di queste sono in vigore da decenni. Lo sapevi che finanziamo ancora la guerra in Etiopia che si è tenuta nel 1935?
E ora che il prezzo della materia prima scende, continuiamo a pagare tantissimo. Ma come è possibile? Cosa succede davvero presso i distributori?
Il petrolio scende e la benzina sale
Secondo la logica, quando il prezzo del petrolio scende la benzina alla pompa dovrebbe seguire quella discesa. Ma così non avviene. Eppure mai come in questo periodo abbiamo visto un crollo dei prezzi che non si registrava da anni. Il Brent, il petrolio di riferimento per il mercato europeo, è sceso a 65 dollari al barile, un calo mai visto da ben quattro anni. Ma nonostante questo, i prezzi alla pompa non sono scesi in modo significativo. Perché?
Alcune compagnie petrolifere, come Eni e Tamoil, annunciano riduzioni dei prezzi che però sono più che irrisorie. Si tratta di riduzioni simboliche, di pochi centesimi al litro. Come è possibile, ci si chiede, un simile comportamento.

Cosa succede ai distributori
Una parte della risposta sta nel fatto che i rivenditori quando hanno acquistato il carburante, lo hanno fatto a prezzi più alti. E per non svalutare le scorte, preferiscono non abbassarli troppo in modo da mantenere i loro margini di guadagno. Senza contare poi la concorrenza limitata tra le principali compagnie petrolifere, che alla fine si ritrovano tutte a mantenere prezzi simili.
E così, nonostante la possibilità di un risparmio grazie al crollo del petrolio, l’automobilista italiano si trova a fare i conti con una realtà che non sembra rispecchiare le condizioni favorevoli del mercato. In tutto questo, chi ne paga le conseguenze siamo sempre noi poveri contribuenti, che la benzina la dobbiamo mettere per forza e non abbiamo modo di ribellarci al sistema.