Ultim’ora: pubblicato il Secondo Assegno d’Inclusione | 50€ di buoni pasto giornalieri: nessun limite di isee

Arriva il Secondo Assegno d'Inclusione (Foto: Facebook Assegnod'inclusione)- Bitonto TV
In arrivo una misura senza precedenti: 50 euro al giorno di buoni pasto per i lavoratori. Ma ecco la verità
In questi giorni, si sta diffondendo una novità che ha dell’incredibile: arriva il Secondo Assegno d’Inclusione.
Si tratta di ben 50 euro di buoni pasto giornalieri, ottenibili senza nemmeno rientrare in un determinato limite di Isee.
Ma cos’è davvero questa misura? E perché ha già acceso il dibattito tra lavoratori, aziende e sindacati?
Continua a leggere per scoprire di che cosa si tratta davvero.
Arriva il Secondo Assegno d’Inclusione: buoni pasto “no limits”
C’è chi lo definisce un passo verso l’equità e chi invece lo vede come un modo per “abbonirsi” i lavoratori. Fatto sta che il cosiddetto “Secondo Assegno d’Inclusione” ha già fatto il suo ingresso trionfale: parliamo di 50 euro al giorno di buoni pasto, senza nessuna soglia di Isee da rispettare. In un periodo in cui si parla spesso di precarietà e salari bassi, questo nuovo strumento sembra voler finalmente premiare il lavoro e la dedizione.
Tuttavia, non ci sono ancora decreti ufficiali, ma soltanto voci, testimonianze e cifre. In ogni caso, le reazioni non si sono fatte attendere. Se da un lato alcuni vedono nella misura un segnale incoraggiante per chi ogni giorno sceglie il lavoro, dall’altro c’è chi teme che qualcosa non torni. Vuoi sapere se anche tu otterrai questi 50 euro giornalieri? Scopri tutto nel prossimo paragrafo.

Ecco cosa sapere sulla nuova misura dei 50 euro giornalieri
La verità è che non esiste alcun Secondo Assegno d’Inclusione. La questione ruota attorno ad un episodio ben specifico, avvento recentemente a Padova, dove la Mita Spa di Conselve, una zincheria, ha deciso di “premiare” con un buono spesa da 50 euro i 29 lavoratori che non hanno aderito allo sciopero del 28 marzo indetto dai sindacati dei metalmeccanici. L’azienda, nel pieno di importanti commesse, ha ringraziato chi ha garantito continuità, parlando di senso di responsabilità.
Il 1° aprile, con un comunicato amministrativo interno, l’azienda ha annunciato il bonus ai presenti. La reazione dei sindacati è stata durissima. Gli stessi hanno infatti definito il gesto “un’umiliazione” per chi esercita il diritto allo sciopero, costringendo l’azienda a fare marcia indietro. Un gesto isolato? Forse. Ma che apre un interrogativo a dir poco pericoloso: può un premio come questo diventare uno strumento di divisione tra lavoratori? E cosa accade quando chi non esercita i propri diritti finisce per essere ricompensato? Domande che, al momento, restano senza risposte.