Pagamenti, da marzo c’è l’amara sorpresa: una volta arrivati in banca ti metti le mani nei capelli | Ti porti a casa sempre meno soldi

Pagamenti, da marzo c’è l’amara sorpresa: una volta arrivati in banca ti metti le mani nei capelli | Ti porti a casa sempre meno soldi

Pagamenti, a marzo arriva un'amara sorpresa (Foto: Canva) - Bitonto TV

Nessun aumento in vista, anzi: marzo sarà un mese amaro per molti italiani

C’è una brutta notizia all’orizzonte per molti italiani: da marzo, i soldi che ti porti a casa potrebbero essere meno del previsto.

Un’amara sorpresa attende chi si reca in banca per controllare il proprio accredito, con un taglio che potrebbe lasciare molti con l’amaro in bocca.

Ma cosa sta succedendo? Perché improvvisamente gli importi subiscono una riduzione?

Scopriamo insieme tutti i dettagli su questo inatteso cambiamento.

Da marzo un taglio netto: ecco cosa succede

Se già le difficoltà economiche non bastavano, marzo porta con sé una notizia poco confortante. Molti cittadini si accorgeranno che i loro pagamenti saranno più leggeri del solito, e il motivo non è un errore di calcolo o un ritardo nell’erogazione. C’è qualcosa di ben preciso dietro questa riduzione, qualcosa che inciderà sulle tasche di molti senza lasciare margine di miglioramento nel breve periodo. Non si tratta di un provvedimento improvviso, ma di un meccanismo che, ogni anno, colpisce una determinata fascia di popolazione.

Le voci circolate negli ultimi mesi avevano alimentato aspettative sbagliate: si parlava di un aumento collegato alla riduzione dell’IRPEF, ma chi ci ha creduto dovrà fare i conti con una spiacevole verità. Non solo non ci saranno aumenti, ma anzi, le trattenute porteranno via una fetta importante degli assegni. Ma perché accade tutto questo? E chi sarà colpito in modo più significativo? Continua a leggere per scoprirlo.

Meno soldi a marzo? È tutto vero: ecco cosa sta per succedere
Marzo amaro: scopri perché avrai meno soldi (Foto: Canva) – Bitonto TV

Ecco perché a marzo si portano a casa meno soldi

Il motivo di questa riduzione è legato alle trattenute fiscali sulle pensioni. A marzo 2025, infatti, i pensionati italiani si troveranno con un assegno più basso rispetto a febbraio. Questo perché riprendono le trattenute per le addizionali regionali e comunali, che incidono in modo significativo sugli importi accreditati dall’INPS. Le addizionali regionali vengono trattenute in saldo per l’anno precedente, e spalmate su più mesi, da gennaio a novembre.

Ma non è tutto: da marzo si aggiunge anche l’acconto per le addizionali comunali del 2025, che andrà a ridurre ulteriormente la pensione percepita. L’effetto combinato di queste trattenute renderà il cedolino di marzo particolarmente pesante per molti pensionati, che vedranno decurtati i propri assegni senza alcuna compensazione immediata. L’importo della riduzione varia a seconda della città di residenza e del reddito percepito. Per esempio, un pensionato romano con una pensione lorda di 1.500 euro potrebbe vedersi sottrarre circa 58 euro già dal cedolino di marzo.