Medico di famiglia, ora non si può più tornare indietro: i pazienti devono adattarsi e basta | Lo Stato ha preso la decisione definitiva

Addio medico di famiglia (Foto: Canva) - Bitonto TV
È ufficiale, dobbiamo dire addio al medico di famiglia: ecco cosa cambia concretamente per medici e pazienti
Negli ultimi anni, il sistema sanitario ha subito diverse modifiche.
Oggi, siamo ormai arrivati a un punto di svolta da cui non si torna più indietro.
Il cambiamento è stato deciso e i pazienti dovranno adeguarsi a una nuova realtà, che potrebbe portare vantaggi ma anche complicazioni.
Il Governo ha ormai deciso. Continua a leggere per scoprire di cosa si tratta.
La decisione sul medico di famiglia è presa: non si torna indietro
Per anni, la figura del medico di famiglia è stata al centro di critiche e discussioni. Poche ore di ambulatorio, tempi di attesa lunghi e un servizio spesso ritenuto insufficiente hanno reso necessaria una riforma. Il Sistema Sanitario Nazionale, consapevole di queste problematiche, ha deciso di intervenire con un cambiamento radicale. Non si tratta di semplici aggiustamenti, ma di una trasformazione strutturale che coinvolgerà tutti.
I pazienti dovranno abituarsi a un modo diverso di ricevere assistenza, mentre i medici saranno obbligati a rivedere completamente il loro approccio al lavoro. Si parla di una rivoluzione che punta a migliorare l’accesso alle cure, ma non tutti sono convinti che questa sia la strada giusta. Alcuni vedono questa novità come una necessità, altri come una forzatura che potrebbe complicare ulteriormente la gestione della Sanità territoriale. Ma cosa cambierà concretamente per chi ha bisogno di cure? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Medico di famiglia: ecco cosa cambia per dottori e pazienti
La grande novità riguarda lo status dei medici di famiglia: non saranno più liberi professionisti, ma dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale. Questo significa che non potranno più gestire autonomamente i loro studi, ma dovranno operare all’interno delle Case della comunità, strutture sanitarie pubbliche pensate per migliorare il servizio ai cittadini. Il nuovo modello prevede che i medici seguano orari più rigidi e siano disponibili per un numero maggiore di pazienti.
Chi è già in attività potrebbe scegliere se continuare come libero professionista con alcune ore di servizio pubblico obbligatorio, ma per i nuovi ingressi la strada sarà una sola: lavorare esclusivamente all’interno delle strutture sanitarie territoriali. Questa riforma, che per ora è ancora in fase di definizione, potrebbe diventare realtà molto presto, segnando un punto di non ritorno per il rapporto tra medico e paziente. Il cambiamento è in arrivo e tutti dovranno adattarsi, che lo vogliano o no.