La fine della vita sulla terra è dietro l’angolo: ci colpiranno terremoti e eruzioni | Non ci ucciderà il sole

La fine della vita sulla terra è vicina (Foto: Canva) - Bitonto TV
La minaccia non viene dal sole, ma dal cuore della Terra stessa: le parole degli esperti su terremoti ed eruzioni non lasciano spazio a dubbi
Il destino del nostro pianeta sembra ormai segnato.
Mentre il cambiamento climatico accelera e gli eventi estremi si fanno sempre più frequenti, nuovi studi rivelano che la minaccia più grande potrebbe non venire dallo spazio, ma da sotto i nostri piedi.
Terremoti ed eruzioni vulcaniche potrebbero infatti scatenare un effetto domino di proporzioni catastrofiche.
E, questa volta, non si tratta di semplici ipotesi. Ecco cosa sapere sul destino del pianeta Terra.
La catastrofe è ormai inevitabile: cosa dicono gli esperti
Purtroppo le previsioni non sono positive, e se si continua su questa strada la catastrofe sarà imminente e imprevedibile. L’aumento delle temperature globali sta alterando fenomeni naturali fondamentali, incidendo non solo sul clima ma anche sugli eventi geologici. L’innalzamento del livello del mare, le variazioni nelle precipitazioni e gli squilibri nei modelli meteorologici stanno già mettendo a dura prova il pianeta.
Ora, però, c’è qualcosa di ancora più allarmante in arrivo. Qual è il collegamento tra il riscaldamento globale e l’attività sismica? In che modo il clima potrebbe scatenare disastri senza precedenti? Le risposte sono più inquietanti di quanto si possa immaginare. Gli esperti parlano chiaro: bisognerà prepararsi all’arrivo di terremoti ed eruzioni. Continua a leggere per scoprire che cosa ci aspetta.

Terremoti ed eruzioni in arrivo: cosa sapere
Le eruzioni vulcaniche non solo influenzano il clima, ma possono anche esserne influenzate. Le variazioni di temperatura globale, infatti, possono alterare la frequenza e l’intensità dell’attività vulcanica. La fusione dei ghiacci nelle regioni vulcanicamente attive riduce il peso sulla crosta terrestre, causando una decompressione che favorisce la formazione di magma nel mantello. Dati raccolti nelle carote di ghiaccio prelevate in Groenlandia e Antartide dimostrano che la fine dell’ultima era glaciale, circa 12.000 anni fa, coincise con un aumento significativo delle eruzioni.
Studi più recenti hanno confermato che il raffreddamento dell’oceano Atlantico tra 5500 e 4500 anni fa ridusse temporaneamente l’attività vulcanica. Ma con l’attuale riscaldamento globale, il processo opposto sta accelerando. Le aree più vulnerabili includono Islanda, Antartide, Sud America meridionale e alcune regioni del nord Europa. Qui, la deglaciazione potrebbe scatenare un aumento delle eruzioni nei prossimi decenni, con conseguenze imprevedibili. Ormai, il pianeta sta rispondendo ai cambiamenti climatici in modi che fino a poco tempo fa sembravano impensabili.