Pellet: truffatori senza scrupoli lo vendono al doppio del prezzo | Controlla l’etichetta: ti stanno fregando

Pellet: truffatori senza scrupoli lo vendono al doppio del prezzo | Controlla l’etichetta: ti stanno fregando

Il pellet (Foto di Willfried Wende da Pixabay) - bitontotv.it

Attenzione a scegliere il pellet, potresti finire nelle mani di qualche truffatore senza scrupoli e acquistare un prodotto per un altro. 

In inverno esistono diversi modi per riscaldarci. Alcuni in casa hanno i cari vecchi termosifoni con caldaia a gas, molti si stanno convertendo al sostenibile con le pompe di calore.

I più nostalgici – e fortunati – hanno un bel camino davanti al quale incantarsi nelle lunghe e fredde serate della stagione.

Ma anche la stufa a pellet offre una fiammella scoppiettante da ammirare, seppur meno romantica del camino. La costante di tutti questi  metodi è il costo.

Bisogna pur pagare gas, legna e affini. Soprattutto il pellet. Ma attenzione, non solo possiamo pagarlo caro, ma potremmo anche essere truffati e acquistare un prodotto scadente. Come riconoscerlo.

Pellet: attenzione all’etichetta

Quando acquistiamo il pellet per la nostra stufa dobbiamo fare attenzione a leggere attentamente l’etichetta, perché non è tutto uguale. Ci sono alcuni parametri a cui attenersi per esseri sicuri di aver scelto un buon prodotto. Oltre al tipo di legna utilizzata, devi controllare umidità, residuo di cenere e potere calorifico.

E abbia tutte le certificazioni che ne attestano la qualità, che pure sono diverse. Spesso infatti ciò che spacciano per un prodotto di grande qualità facendolo pagare un bel po’ di soldi, in realtà è scadente, e la differenza si nota solo una volta utilizzato nella stufa. Scopriamo cosa devi controllare quando vai ad acquistare i tuoi sacchi di pellet da un rivenditore.

il giusto pellet
Caricare il pellet (foto di pvproductions da freepik) – bitontotv.it

I parametri e le certificazioni

La prima cosa da controllare quando acquisti il pellet è il suo potere calorifico. Ovvero l’energia sprigionata quando brucia. Per essere di qualità deve essere almeno tra 4,5 e 4,8 kWh/kg, ma in linea di massima più è alto meglio è. Al contrario il residuo di cenere – derivante dalla combustione – deve essere il più basso possibile, meglio intorno allo 0,7%. L’umidità è un altro valore molto importante. Se alta, diminuisce il potere calorifico e aumenta le incrostazioni nella stufa; una buona percentuale è intorno all’8% al massimo.

Infine, occhio alla certificazione, la En Plus che indica la qualità e la tracciabilità del prodotto. La migliore è A1, segue poi A2 con un residuo leggermente più alto e infine A3, il meno pregiato, che ha un contenuto di ceneri che arriva  fino al 2%. Ma questo non basta. Oltre a questo marchio devono essere presenti il numero che identifica l’azienda e due lettere che indicano la nazione di provenienza del pellet. E se trovi le parole Din Plus o ÖNORM M7135, niente paura. Sono rispettivamente la certificazione tedesca e quella austriaca.