Scegliere il whisky: cosa fa la differenza in fase di produzione

Scegliere il whisky: cosa fa la differenza in fase di produzione

Il whisky corrisponde a una delle bevande di natura alcoliche più apprezzate e antiche in tutto il nostro pianeta. Stiamo parlando di una di quelle bevande che sono amate da tutti coloro che hanno la passione dei liquori.

In pochi sanno che dietro al whisky c’è sempre un grande lavoro e una tradizione di tutto rispetto ed è proprio questo il fattore che rende questa bevanda così particolarmente ricca di sapori, aromi e sfumature. Per poter scegliere il whisky più adatto alle proprie preferenze ed esigenze, serve prendere in considerazione alcuni aspetti molto importanti. Ad esempio, il numero di anni in cui il whisky è stato oggetto di maturazione, in quale tipologia di botti di legno è stato conservato il whisky, il tipo di colori e di aromi che lo caratterizzano.

Questa notizia di Johnnie Walker rappresenta la perfetta testimonianza di quanto il whisky sia una bevanda amata e apprezzata in tutto il mondo, diventando anche il partner ufficiale della nazionale scozzese di rugby.

Una bevanda dalla tradizione molto ricca

Il whisky ha una tradizione molto importante e, nel corso degli ultimi anni, ha acquisito un grado di popolarità sempre maggiore. Proviamo a capire meglio quali sono gli aspetti che possono fare la differenza nel momento in cui si deve scegliere la tipologia di whisky più adatta alle proprie preferenze ed esigenze.

Il whisky è una bevanda che si ricava dal processo di distillazione che ha ad oggetto il malto fermentato da orzo, segale oppure frumento. Questo liquore viene conservato, per l’invecchiamento, all’interno di botti di legno, nella maggior parte dei casi di quercia bianca.

La produzione del whisky, secondo la tradizione, si concentra soprattutto in Scozia. I malti maggiormente noti e apprezzati sono quelli che provengono dalle distillerie dell’Isola di Skye e di Islay. Tra l’altro, l’Irlanda è una di quelle nazioni che ha storicamente una grande tradizione in termini di produzione di whisky.

Le tipologie di whisky maggiormente diffuse

Sostanzialmente, l’aspetto che differenzia le varie tipologie di whisky è il tempo di invecchiamento. Non solo, dato che un altro fattore che può fare la differenza è legato al contenuto che c’era in precedenza nella botte. Infatti, ci sono dei tipi di whisky che sono oggetto di invecchiamento all’interno di botti in cui si trovavano sherry, bourbon oppure porto. È abbastanza facile intuire come sia il sapore che l’aroma del whisky vengono notevolmente modificati.

Le varie tipologie di malto presentano numerose differenze dal punto di vista del sapore, così come sotto il profilo degli aromi e delle sfumature. Quindi, la scelta tra i diversi tipi di whisky si basa in primo luogo sulle proprie preferenze.

Produzione e maturazione

Tra gli altri aspetti che possono fare la differenza troviamo il processo di distillazione e di maturazione del whisky. Nel primo caso, a incidere notevolmente è la decisione su quale tipologia di orzo utilizzare: quest’ultimo finisce sommerso nell’acqua e viene maltato in maniera tale che si verifichi la germinazione.

Dopo che sono cominciati a comparire i germogli, l’orzo subisce un processo di cottura all’interno del forno dal momento che si possa seccare prima che avvenga la macinazione. Dopo che l’orzo si è seccato, è oggetto di macinazione e viene mischiato con l’acqua calda, in maniera tale che possa macerare.

Sotto il profilo normativo, per la definizione di whisky serve che il processo di maturazione presenti una durata pari ad almeno un triennio. Come dicevamo in precedenza, si tratta di un processo di maturazione che viene effettuato solamente in botti realizzate con legno di quercia bianca. Nel momento in cui sull’etichetta del whisky viene indicata una specifica età, ecco che tale valore è legato al tempo minimo che si riferisce alla maturazione.