La cura interrotta, cosa c’è da sapere

La cura interrotta, cosa c’è da sapere

È in atto una campagna di sensibilizzazione verso i pazienti che soffrono di artrite e psoriasi. Sono proprio quelle croniche, in questo periodo di scarsa mobilità, le malattie che portano ad un rilassamento nei controlli specialistici e una discontinuità terapeutica preoccupante. Ancora una volta, gli unici che possono fare la differenza, sono i medici di famiglia. “Resta in contatto col tuo medico” è il nome dell’iniziativa promossa dall’Associazione Nazionale Malattie Reumatiche (ANMAR) e dall’Associazione Psoriaci Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO).

Con la consulenza di reumatologi e dermatologi. Numeri alla mano, il 40% dei pazienti, come afferma Silvia Tonolo, presidente dell’ANMAR, non riesce a dare continuità alle terapie adottate. La percentuale si raddoppia se si considerano le mancate prime diagnosi. E, con la recrudescenza della seconda ondata Covid, è lecito attendersi un peggioramento della situazione. Con un inevitabile aggravamento delle patologie cliniche.

Si stima che in Italia ci siano almeno 400.000 malati con artrite reumatoide. Mentre il 3% della popolazione è affetto da psoriasi. Poco meno dell’1% sono i pazienti con artrite psoriasica. La campagna ha ricevuto il patrocinio della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale e della Società Italiana di Medicina Generale. Alla luce di uno stentato decollo della Telemedicina, e di una scarsa presa del fenomeno da parte delle istituzioni, bene hanno pensato le associazioni promotrici della campagna di coinvolgere in maniera diretta i pazienti. Oggi più che mai risulterebbe inopportuno dimenticare la figura del medico curante, che appare indispensabile per ricucire il passaggio paziente-ambulatorio-specialista.