Dai ristoratori ecco l’hashtag #ioapro
Tra i settori più colpiti dalla pandemia, quello della ristorazione mostra gli affanni maggiori. Le continue classificazioni e colorazioni regionali sembrano non giovino più di tanto a risolvere l’impasse in cui è precipitata, suo malgrado, la categoria dei ristoratori italiani. E, seppure corroborati da contributi stanziati dal Governo, gli addetti all’attività non mostrano affatto soddisfazione in merito. Sono diverse le manifestazioni di protesta che in questi ultimi giorni hanno evidenziato insofferenza pressoché totale verso la stagnazione economica in cui versano bar e ristoranti.
Dove sono avvenute le proteste
Nei pressi di Caianello, sulla A1, in direzione della Capitale, mercoledì scorso, una nutrita rappresentanza di lavoratori e proprietari delle attività ha arrecato non poche difficoltà allo scorrimento del traffico. A Modena un ristoratore ha deciso di fare di testa propria e dal 15 gennaio scorso resta aperto regolarmente per cena. E faranno alla stessa maniera i ristoratori di ogni dove. Che, tra l’altro, hanno provato a far sentire le proprie ragioni anche sui social.
Gli hashtag #ioapro, #nonspengopiùlamiainsegna i più utilizzati. Con la massima cautela e con l’aiuto delle misure igieniche, messe già sul campo ormai da mesi (plexiglass e non solo), i proprietari dei locali auspicano un ritorno pieno all’attività di un tempo. “Non se ne può più”, sostengono gli interessati, “di cambiamenti di rotta quotidiani ed immediati. La nostra, come poche altre, è un’attività che va pianificata in modo tale da evitare costosi sprechi, specie di prodotti freschi o di difficile conservazione. Si eviti l’accoppiata del danno con la beffa”. Da condividere, aggiungiamo.